Penso che le arti marziali non solo debbano essere praticate all’infinito per essere comprese, ma che debbano anche essere osservate.
L’osservazione dei movimenti a corpo libero e, ancora di più, dell’interazione tra attaccante e difensore, è forse uno dei metodi più efficaci di apprendimento.
Osservare attentamente garantisce l’intuizione della verità.
Due marzialisti che combattono non sempre eseguono tecniche reali – e spesso non se ne rendono conto -, nel senso che a volte gli attacchi non centrano l’obiettivo, arrivano troppo lontano, troppo vicino, troppo lentamente, e le parate non parano, non funzionano, non servono.
Osservando si possono cogliere tutti questi aspetti e imparare senza neppure muovere un dito.
Alla prima occasione, ciò che si è visto deve essere testato, adattato al nostro corpo, rivalutato in funzione della nostre capacità ed eseguito senza esitare.
Il Maestro Shirai insegna che il segreto è visualizzare, quindi finire.
Durante il “fare” non c’è tempo per pensare, nel mezzo c’è il vuoto (ku) della consapevolezza.
In foto gli amici della scuola Long Zheng Hu Dao di Parma – Kung Fu – durante un pubblico allenamento al Parco Ducale (Parma)